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Franciacorta da tutelare! Zanella, scusa ma non ho capito (ancora una volta).

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Il consorzio di Franciacorta negli ultimi tempi si è mosso a vantaggio della tutela del territorio o almeno questo è quanto si è letto.

Ora si è giunti ad appurare se quanto detto abbia anche un fondamento concreto.

La storia è questa; da una parte il patto tra enti locali (leggi amministrazioni comunali) e produttori di DOCG (leggi cda del Consorzio) dal titolo “Terre di Franciacorta” e dall’altro il progetto del “Parco Agricolo Franciacorta” sostenuto da Legambiente e dai comitati ambientalisti della zona e dai cittadini stessi.

Torbiere, Iseo, Terra

Tutto nasce da una lettera che lo stesso Zanella ha inviato ai sindaci dei 18 comuni firmatari, insieme a lui, di “Terre di Franciacorta” e ai giornali.

Per primo il presidente chiede ai comuni “un piano d’azione condiviso e operativo per tutelare la Franciacorta e renderla aperta a uno sviluppo incentrato su turismo enogastronomico, offerta ricettiva di alta gamma, comparto agroalimentare e agrituristico, artigianato e cultura locale” (cito l’articolo di oggi sul GDB), però dall’altra boccia l’idea del Parco Agricolo definendolo “una pericolosa duplicazione”. Ma perché mai?

Da una parte “Terre di Franciacorta” dove a quanto pare nessuno ha deciso nulla (vedi il senso della lettera) se non l’aver approvato i nuovi Pgt che vedranno cementati altri 5 milioni di metri quadrati di Franciacorta. Dall’altro la creazione di un vero e proprio parco agricolo che impedirebbe invece ai comuni di concedere nuove edificazioni e stimolerebbe la fantasia dei sindaci nel cercare altre fonti di reddito rispetto ai soliti e miseri oneri.

Zanella, pur cercandole, non vedo duplicazioni. Da una parte mi pare che si voglia accontentare tutti e uscirne come quelli che hanno preso una posizione nonostante tutto quello che accadrà, e dall’altra vedo il reale contributo verso un territorio che in cinquant’anni di storia ha visto passare la sua superficie urbanizzata dal 5% del ’54 al 27% del 2009.

Credo fermamente che non serva “un piano d’azione” per decidere come e cosa cementare, velando -in alcuni casi- tali decisioni come opere socialmente utili e umanamente straordinarie tipo “costruiremo per i malati di ulcera e creeremo uno spazio colorato per i ciechi”.  Serve uno stop assoluto al cemento e l’avvio immediato di una bonifica per tutte quelle costruzioni inutili e che deturpano il territorio. Serve un piano per recuperare l’esistente, il costruito prima del ’54. Serve coerenza. Serve una netta presa di posizione e visto che si parla di “produttori di DOCG” nella totalità, sarebbe interessante conoscere nome per nome la scelta di ognuno e a quel punto confezionare un esaustivo comunicato stampa.

Io sto con il Parco Agricolo Franciacorta. Voi? (si accettano scommesse sul numero di produttori che oseranno esporsi pubblicamente) ;-)

E Slow Food da che parte sta?

Per sostenere il Parco Agricolo Franciacorta, su facebook la loro pagina. Cliccate QUI.


Archiviato in:Uncategorized Tagged: consorzio franciacorta, franciacorta, Franciacorta docg, legambiente franciacorta, maurizio zanella, Parco Agricolo, Parco agricolo Franciacorta, slow food, slow food franciacorta, terre di franciacorta

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